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Coronavirus, lasciateci cantare dai balconi

Negli ultimi giorni ho letto diverse polemiche contro chi canta sui balconi per affrontare la quarantena dovuta al Coronavirus

Alcuni giornali hanno scritto titoli in cui si enfatizzava come si cantasse in tutta Italia tranne che a Bergamo. Per ultimo, Beppe Fiorello ha chiesto in un tweet di smettere di cantare, perché bisognerebbe stare in silenzio per dare il giusto rispetto ai morti, per i quali ha anche chiesto tre giorni di lutto nazionale per le vittime del Coronavirus.

Personalmente, non sono d’accordo. Finita l’emergenza verrà il momento per indire il lutto nazionale: lutto che dovrà comprendere tutti i morti a causa del virus, motivo per cui farlo adesso non avrebbe assolutamente senso. E del resto con l’impossibilità di celebrare funerali e di incontrarsi le vittime del Coronavirus non verrebbero compiante nel modo migliore.

Non comprendo tutto questo astio nei confronti di chi canta sui balconi. Perché deve essere condannato chi per qualche minuto riesce a racimolare un po’ di allegria? Magari un’allegria effimera, superficiale, ma abbiamo bisogno anche di questo. Siamo chiusi in casa, forzati a una quarantena che non si sa quando finirà (almeno noi che la rispettiamo).  La nostra vita, tutte le nostre abitudini sono state sconvolte. Se accendiamo la tv, in continuazione le pubblicità di sensibilizzazione ci ricordano che il Coronavirus è una cosa seria, che dobbiamo lavarci le mani, starnutire in fazzoletti monouso o nella piega del gomito. Se usiamo i social, ogni post su due parla del virus. Siamo lontani dai nostri casi e quando gli chiamiamo non possiamo fare a meno di parlare del virus. Anche con le persone con cui siamo chiusi casa non facciamo altro che parlare del virus. Alle sei guardiamo con ansia l’orologio pensando all’imminente bollettino della protezione civile, sperando in cuor nostro che la situazione sia un po’ migliorata rispetto a ieri. Andiamo a dormire con ancora in testa quei numeri.

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Foto Claudio Furlan – LaPresse


Lasciateci cantare!

Perché allora volete anche negarci di cantare dal balcone? Sappiamo tutti che cantare non avrà alcun effetto contro il Coronavirus, ma anche stare a casa a piangere o a disperarsi non cambierà la situazione. Non sottovalutiamo l’importanza della sanità mentale delle persone in un momento come questo: cantare può aiutarci a sentirci vicini e a stare meglio, smettete di criticare chi lo fa. Chi partecipa ai flash-mob non lo fa per indifferenza, ma semplicemente per svagarsi un po’. Ognuno reagisce al lutto e alla sofferenza a modo proprio, non limitiamo una delle poche libertà che ancora ci è rimasta.

Camilla Gaggero