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Brest, rinvenuta fossa comune con almeno 790 ebrei

Agghiacciante scoperta a Brest in un cantiere edile

Mentre si scavava il terreno per la costruzione di un nuovo condominio, sono stati rinvenuti resti di corpi umani. Una fossa comune in cui sono stati riconosciuti 790 corpi di ebrei. Ma il tenente Dimitri Kamisnki, che ha guidato le azioni di esumazioni, ha parlato al giornale tedesco Bild di oltre un migliaio di corpi.  Quasi tutti donne, bambini e anziani. Alcuni teschi riportano un foro di proiettile, segno che sono stati freddati in un’esecuzione. Dopo 76 anni è venuto alla luce uno dei tanti orrori perpetrati dai nazisti, nascosto solo a un metro e mezzo di profondità.

Quando abbiamo visto lo scheletro di un bambino sotto una madre che tentava di proteggerlo, ho capito cosa devono aver provato queste persone

ha raccontato Kaminski.

Brest è una cittadina della Bielorussia confinante con la Polonia, che all’epoca della Seconda Guerra Mondiale faceva parte dell’Unione Sovietica. Le truppe tedesche occuparono la città nel giugno del 1941 dopo una battaglia di una settimana: pochi giorni dopo fucilarono migliaia di ebrei. Nel dicembre dello stesso anno fu creato un ghetto, che ospitò 18 mila persone. I nazisti fucilarono quasi tutti gli ebrei di Brest sopravvissuti al 1941 nell’ottobre 1942 a Bronnaia Gora, un campo di concentramento e sterminio che i nazisti allestirono nella regione. Già altre fosse comune era state rinvenute in Bielorussia e nella stessa Brest.


Efime Basim, presidente della comunità ebraica di Brest, ricorda che “prima della guerra Brest aveva 56.000 abitanti, di cui 30.000 erano ebrei”, dopo la guerra appena 19. Oggi Brest ha 300.000 abitanti di cui 491 ebrei.

Un monumento alla memoria

Un architetto e storico locale ha lanciato una petizione che chiede l’arresto dei lavori di costruzione del complesso residenziale previsto sul sito a Brest, in cui finora c’era un edificio risalente al tempo del ghetto. “Non capisco come si possa costruire una casa su degli scheletri. Dovremmo costruire un monumento alla memoria” afferma Galina Semionova, una residente della zona di 87 anni.

L’impresa di costruzione, Priboujskii Kvartal, per ora rifiuta di fermare i lavori, sostenendo che il progetto è stato approvato dalle autorità della città. Il progetto immobiliare è destinato a rinnovare una zona della città composta da “vecchi edifici residenziali in rovina”, spiega l’azienda.

Camilla Gaggero