Genova, Toninelli: “Gli sfollati potranno rientrare in casa per qualche ora”
Il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli, ospite ieri sera a In Onda, ha dato una speranza agli sfollati di Genova
I genovesi che hanno perso la casa in seguito al crollo del ponte Morandi sono sempre più impazienti. Impazienti di avere notizie e risposte certe, come dimostrato il 4 settembre in Regione. Vista la situazione di pericolo in cui sono stati costretti a vivere per anni chiedono una copia dei documenti dello stato di manutenzione del ponte. Non solo del passato, ma anche del presente. Ciò che ognuno di loro desidera è poter rientrare nella propria casa un’ultima volta, in modo da recuperare i ricordi di una vita. E questo è possibile solo conoscendo la situazione del pilone 10, quello che impedisce agli sfollati di entrare nelle case e di oltrepassare la zona rossa.
Il presidente della Regione Giovanni Toti il 30 agosto aveva ammesso di non poter promettere un rientro nelle case, a causa della parte di ponte non crollata e sospesa nel vuoto. Un rientro potrebbe mettere a rischio la vita di oltre 600 persone. Ieri sera a In Onda Toninelli ha invece dato una speranza a queste famiglie
Per quanto riguarda l’accesso alle case, ci sono buone possibilità che possano entrare per qualche ora. Stiamo lavorando con i tecnici per posizione dei sensori sulla parte non crollata, che permetteranno di controllarla e di intervenire. Come potete immaginare è un’operazione delicata, ma non possiamo non permettere loro di recuperare gli effetti personali.
Una notizia accolta con grande gioia da tutti. Perché ci sono oggetti che non possono essere ricomprati, come il vaso appartenuto alla propria bisnonna, spiega Laura Buonasera, una delle abitanti di via Porro.
Nei prossimi giorni il governo depositerà un decreto, il Decreto Genova, per bloccare i mutui sulle case della zona rossa, destinate alla demolizione, e per aiutare le imprese genovesi danneggiate dal crollo del ponte.
Pressioni per non pubblicare la concessione di Autotrada
Toninelli ha anche spiegato quali fossero le “pressioni interne ed esterne” per impedire la desecretazione della concessione, di cui aveva parlato martedì in Parlamento.
L’Aiscat (l’Associazione delle Società Concessionarie Autostradali, ndr) ha mandato i documenti al ministero dicendo di non pubblicarli perché lo Stato sarebbe stato passibile del reato di aggiotaggio. Alcuni dirigenti del ministero temevano di finire in mezzo a una strada ma da cittadino sono felice che ci sono state persone che poi le hanno pubblicate.
Camilla Gaggero