Rimborsopoli Piemonte: tutti condannati in appello
25 condannati per la Rimborsopoli piemontese
Mentre nel giudizio di primo grado erano stati 15 gli assolti su 25, la sentenza d’appello risulta più severa. Gli ex consiglieri regionali sono stati tutti condannati per le spesse pazze con i soldi a disposizione dei gruppi consiliari. In alcuni casi si ha avuto anche un aumento della pena inflitta precedentemente. Tra i condannati anche Riccardo Molinari, attuale capogruppo leghista alla Camera, riconosciuto responsabile di un peculato di 1.158 euro. Dovrà scontare 11 mesi, a cui si aggiungono 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, ma la sanzione è sospesa per un anno. L’ex governatore leghista Roberto Cota, assolto in primo grado nel 2016, ha subito una pena di un anno e sette mesi per rimborsi superiori a 11 mila euro.
Roberto Cota ha affermato che farà ricorso in Cassazione. Al Corriere della Sera ha commentato così la sentenza: “Sono molto dispiaciuto e non mi capacito di questa sentenza. Ero stato assolto in primo grado dopo due anni di dibattimento e non penso proprio che i giudici di primo grado abbiano sbagliato”. L’avvocato dell’ex governatore Domenico Aiello ha parlato di “sentenza sorprendente, […] non so se si tratta di una sentenza politica, ma di sicuro non rispecchia i fatti”.
Tra i neoparlamentari, oltre a Molinari, sono stati condannati Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia a 1 anno e 7 mesi e Paolo Tiramani, della Lega, a 1 anno e 5 mesi.
La Rimborsopoli piemontese
Il giudice li ha ritenuti colpevoli di peculato per la legislatura 2010-2014 guidata da Lega e centrodestra. Gli ex consiglieri hanno usato i soldi destinati al funzionamento dei gruppi consiliari per spese private. Pranzi e cene fino a 20 commensali, spese di rappresentanza, trasferte, alberghi. Inoltre ricariche telefoniche, fiori, buoni benzina, panettoni, cioccolato per omaggi a giornalisti, cornici, trasporti e trasferimenti autostradali. Ma anche spese per articoli di cancelleria, giocattoli, libri, orologi, gioielli, abiti firmati.
Camilla Gaggero