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Ponte Morandi: ultima entrata nelle case sfollate

Mentre si susseguono vani proclami sulla demolizione e ricostruzione del ponte genovese, i traslochi degli sfollati continuano

Nonostante le numerose allerte e i ritardi dovuti alle segnalazioni dei sensori, gli sfollati sono potuti entrare più volte nelle loro case. Un momento atteso per oltre due mesi, ma anche particolarmente sofferto perché in poche ore si è dovuto decidere cosa salvare e cosa invece abbandonare per sempre. Una sfollata ha raccontato su Facebook l’attesa prima dell’ultima entrata di oggi.

Una sfollata del Ponte Morandi

Domani tocca a me.
Ultima entrata.
La telefonata dalla Protezione Civile è arrivata.
Non so ancora cosa mi potrò prendere, quanto della mia vita lascerò lì. Di una cosa sono sicura: accarezzerò i muri e chiuderò a chiave la porta. Non sono pronta.
Non siamo pronti. Altri hanno rinunciato al terzo ingresso; troppo devastante. Troppo doloroso. Si deve fare presto, la città aspetta.

Le persone incominciano a guardarti con insofferenza. Non capiscono, ascoltano ma non capiscono…
Come disse l’Onorevole Segre, pochi capiranno.
La notte si dilata, le ore trascorrono lente, mille volte ho pensato a cosa assolutamente prendere: la macchina da cucire di mia madre, l’ultima immagine bella che ho di lei e non importa se nessuno di noi sa cucire. Oppure no, meglio lasciarla al suo posto. I lampadari? Almeno quando solleverò gli occhi avrò qualcosa che mi ricorderà casa. Meglio di no, li lascerò dove sono.
Il baule? I copriletti in seta che la nonna metteva sui letti quando il prete veniva a benedire casa. Meglio di no, non li vorrebbe nessuno.
I centrini all’uncinetto, ore passate alla loro realizzazione, li prendo? Meglio di no; non si usano più.

I piatti, i numerosi bicchieri regali della lista nozze? Meglio di no. Intanto ora siamo in pochi intorno al tavolo. I divani no, non si possono prendere; i mobili no, non si possono prendere. Una grande fatica: prendere e lasciare. Per sempre. Che ansia…che incubo.
Domani faro’quello che potrò, le mie scelte saranno in parte giuste e in parte sbagliate.
Sarà l’ultima occasione. Non e’giusto. Non e’assolutamente giusto, ma sara’cosi.
Aspetto con occhi sbarrati l’alba.
Domani ultima entrata.
Domani.

Camilla Gaggero