La pandemia mi ha insegnato l’importanza del voto
Cosa mi ha insegnato la pandemia?
È da settimane che mi pongo questa domanda, nella speranza che davvero il virus e la forzata chiusura in casa mi abbiano permesso di cambiare. Davvero vorrei dire che questa pandemia mi ha reso una persona migliore. Ma purtroppo non è accaduto. E, dalle molte mascherine usate che vedo gettate per strada, direi che non sono l’unica a non aver avuto un’illuminazione grazie al lockdown.
Qualcosa però mi ha insegnato: una verità di cui tutti dovrebbero essere consapevoli, ma che spesso si dimentica. Sto parlando dell’importanza del voto, del peso che la nostra X posta all’interno delle urne riveste per la storia del paese. Si tratta di una scoperta banale? Probabilmente sì, ma ricordarlo non fa mai male.
Pur essendo molto giovane, ho cominciato presto a perdere interesse nella politica, ereditando la mancanza di fiducia in questa dalle precedenti generazioni, costrette a far cozzare i propri ideali con la dura realtà. Così, ad agosto, quando si è ventilata l’ipotesi di nuove votazioni ho pensato (e ammetto di vergognarmene) che anche se avesse vinto il centrodestra sarebbe stato al governo massimo un paio d’anni (perché, si sa, la legislatura di 5 anni in Italia è un miraggio), senza quindi poter fare grandi danni.
Il virus ha cambiato tutto e mi ha permesso di ricordare l’enorme importanza del voto
Guardando gli altri paesi alle prese con l’emergenza sanitaria ho compreso che non è assolutamente vero che uno vale l’altro, che tutti i politici sono uguali. L’hanno capito gli inglesi quando il loro primo ministro Boris johnson ha deciso di mettere davanti alla loro salute gli interessi economici, arrivando a pronunciare parole di una brutalità sconcertante. In nome dell’immunità di gregge gli inglesi si sarebbero dovuti abituare a perdere i loro cari. Salvo poi ovviamente cambiare opinione di fronte al dilagare della malattia e al suo stesso ricovero in gravi condizioni.
Jair Bolsonaro
Lo stanno capendo anche i brasiliani, che dopo 13 anni di governo di sinistra speravano di cambiare in meglio con quello di estrema destra di Jair Bolsonaro. Ma la sua politica ha provocato oltre un milione di contagiati, mentre la curva pandemica è ancora lontana dal suo apice. E ci resterà purtroppo ancora a lungo, viste le ultime decisioni di Bolsonaro. Nonostante le oltre 60 mila vittime del covid, Bolsonaro in una diretta Facebook ha esortato i cittadini a entrare negli ospedali e registrare di persona le condizioni per “mostrare se i letti sono pieni o meno”. Inoltre nei giorni scorsi ha indebolito la legge che doveva rendere obbligatoria la mascherina. Ha eliminato l’obbligo all’interno di fabbriche, negozi, luoghi di culto, scuole e in generale nei luoghi chiusi (dove cioè è più probabile la diffusione del virus). Bolsonaro fin dall’inizio non ha creduto alla pandemia, minimizzandone la gravità.
Donald Trump
Non inferiore a Bolsonaro è certamente Donald Trump, che proprio come il suo omologo brasiliano si sta rivelando totalmente incapace di gestire la situazione. Non a caso gli USA sono il primo paese al mondo per numero di contagiati, il Brasile il secondo. Tra lo stupore dei suoi consiglieri, Trump ha proposto “trattamenti con raggi di luce e iniezioni di disinfettante per distruggere coronavirus”. Un metodo irresponsabile e pericoloso che, ha replicato Vin Gupta, pneumologo della CDC “è un metodo usato dalle persone quando vogliono suicidarsi”.
Ma la sua sparata che preferisco è certamente questa: “facciamo meno tamponi e avremo meno positivi”. La strategia del presidente statunitense è chiara: nascondere il ciuffo ossigenato sotto la sabbia, sperando che il covid sparisca da solo. Nel frattempo nelle zone più povere del paese sono state allestite fosse comuni per chi non può permettersi un luogo di sepoltura più umano.
Non ringrazieremo mai abbastanza il Papeete
Non oso immagine cosa sarebbe successo in Italia se a governare durante la pandemia ci fossero stati Salvini (che da quando è possibile uscire sta creando assembramenti ovunque senza usare la mascherina), Meloni (che dà del dittatore a Conte e al tempo stesso elogia Orban) o Berlusconi (ma è tornato dopo essere fuggito nella sua villa a Nizza??). Grazie Papeete!