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Scosse elettriche e lavaggi del cervello a bambini per fare soldi

Ricordi di bambini manipolati per allontanarli dalle famiglie

False relazioni, lavaggi del cervello, falsi ricordi di abusi sessuali generati attraverso l’uso di impulsi elettrici. Così da alterare “lo stato della memoria in prossimità dei colloqui giudiziari”. Il tutto allo scopo di separare i bambini dalle famiglie e collocarli in affido retribuito anche ad amici e conoscenti, per sottoporre in seguito i minori a un programma psicoterapeutico per un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro.

È quanto emerso dall’inchiesta Angeli e Demoni sulla rete dei servizi sociali della Val D’Enza nel Reggiano, ad opera del sostituto procuratore di Reggio Emilia, Valentina Salvi. I reati contestati sono gravissimi: frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso.

Una ventina le misure cautelari eseguite dai carabinieri di Reggio Emilia. Sei persone sono state sottoposte agli arresti domiciliari: tra questi ci sono il sindaco Pd di Bibbiano Andrea Carletti, la responsabile del servizio sociale integrato dell’Unione di Comuni della Val d’Enza, una coordinatrice del medesimo servizio, un’assistente sociale e due psicoterapeuti di una Onlus di Torino.

Un modello “esemplare” con lavaggi del cervello

Doveva essere un modello istituzionale esemplare, da esportare in tutta Italia. Invece si è rivelato una rete di illeciti per lucrare sulla pelle di minori. Terapeuti si vestivano da personaggi cattivi delle fiabe interpretando la parte dei genitori intenti a maltrattarli, disegni innocenti di bambini erano modificati aggiungendo connotazioni sessuali. I terapeuti generavano falsi ricordi di abusi sessuali  attraverso impulsi elettrici dati dagli elettrodi spacciati come “macchinetta dei ricordi”.

Amici e conoscenti ottenevano poi in affido retribuito i minori, allontanati dalle famiglie con le “più ingannevoli e disparate attività”. In almeno due casi, durante gli allontanamenti illegittimi dalle famiglie ci sarebbero stati anche abusi sessuali presso le famiglie affidatarie e in comunità.  Tra gli affidatari titolari di sexy shop, persone con problemi psichici e con figli suicidi.

A tutto ciò si aggiunge un altro orrore: per anni i Servizi sociali hanno omesso di consegnare ai bambini lettere e regali dei genitori, accatastandoli in un magazzino.

Vite rovinate per business

Sindaci, amministratori comunali, un avvocato, dirigenti e operatori socio sanitari hanno partecipato a questo business illecito. Come riportato da Il Messaggero, alcune vittime, oggi adolescenti, manifestano profondi segni di disagio, tossicodipendenza e gesti di autolesionismo. Si potrebbe parlare di questione morale, se sia possibile non avere un minimo di coscienza che impedisca di compiere certe azioni orribili. Oppure come persone che dovrebbero di lavoro aiutare gli altri abbiano pensato di rovinare in questo modo intere vite. Ma soprattutto bisogna chiedersi il perché dei tanti casi di maltrattamenti che ogni giorno vengono scoperti dalle forze dell’ordine: dagli asili, alle case di riposo, agli ospedali..

Camilla Gaggero