Senza maschera

La verità libera dalle ipocrisie

Scuola

La trinità educante: correzione compiti, serbo e versione

Cronache scolastiche: giovedì 13 gennaio, quando l’insegnante si rende trinità per stare dietro a tutte le richieste dei suoi studenti

Il giovedì è sempre una giornata impegnativa: 5 ore di lezione di seguito.

Prime due ore in 1c. Uno dei ragazzi che era in quarantena è tornato, rimangono ancora due studenti, di cui una finge di collegarsi lasciando microfono e fotocamera spenta. Provo a verificare la sua presenza: “Ci sei Alice? Batti un colpo se mi senti”. Purtroppo non sono stati dati segnali di vita. Ma del resto neppure mi stupisco: per l’intero mese di novembre è stata assente senza alcuna giustificazione valida e anche a dicembre non è mai stata presente per più di tre giorni di fila.

Le due ore trascorrono lente, scandite dalle risposte agitate dei ragazzi all’interrogazione di fine quadrimestre.

Prima di andare nella classe successiva corro velocemente in bagno. Può sembrare assurdo (e lo è) ma sul piano in cui è presente il 90% delle classi non esistono i servizi per il personale, per cui o bisogna scendere al piano successivo e attraversare l’aula di scienze oppure usare quello dei ragazzi. Ogni volta mi sento come un ladro sul punto di essere scoperto: è davvero imbarazzante incontrare le proprie alunne mentre si apre la porta del bagno (per non dire altro).

Altre due ore in terza

E qui si verifica il miracolo: il docente impara a farsi trinità. Due studenti devono recuperare la versione svolta prima delle vacanze natalizie, per cui se hanno dei dubbi si alzano per chiedere chiarimenti. Venendo ovviamente a due centimetri dalla cattedra come se il loro fosse un segreto di stato inconfessabile e non una domanda di grammatica latina. Nel frattempo cerco di correggere con gli altri alunni le versioni assegnate per compito, nel vano tentativo di attirare l’attenzione dei soliti distratti. Avete presente quelli che quando si sta svolgendo un esercizio da trenta minuti alzano la mano per chiedere a che pagina siamo? Ecco, proprio quelli. Inoltre una ragazza è collegata in ddi, ma anche di lei si sono perse le tracce.

Ulteriore difficoltà: le domande in inglese poste da un ragazzo serbo che si trova da noi per un anno di studio all’estero. Dovendo valutarlo come tutti gli altri, gli ho preparato una verifica. Rigorosamente in inglese, perché capisce poco l’italiano (e ovviamente nulla il latino).

Mentre quindi correggo i compiti, riprendo chi si distrae, rispondo ai quesiti sulla versione, devo anche capire e rispondere alle domande in inglese. A un certo punto non sapevo se ridere in maniera isterica o piangere compulsivamente. Non pensavo di dover imparare il mistero della trinità per insegnare. Poi ho pensato allo stipendio e mi sono rilassata (vero Galimberti?)

Ultima ora in 1a

Classe semideserta con ben 4 assenti su 16 alunni in totale. Oggi usciranno un’ora in anticipo, per l’assenza di una collega. Nulla di nuovo insomma: mancano gli studenti, mancano i docenti.