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L’Italia non è un paese per immigrati, ma nemmeno per meridionali

L’Italia non è abituata ad avere tanti stranieri sul proprio territorio. Non è una semplice questione di razzismo, è prima di tutto un fatto culturale, in quanto gli italiani hanno alle spalle una lunga storia di emigrazione, e non di ospitalità. A differenza di altri paesi europei, è diventata una terra di immigrazione recentemente e improvvisamente, con lo sbarco nel 1991 di 20.000 albanesi a Bari. Questo può spiegare l’ostilità di una parte della popolazione italiana verso gli immigrati. Il problema però è che l’Italia non è nemmeno un paese per meridionali.

Ancora oggi esiste una forte diffidenza nei confronti dei meridionali. È difficile da credere, ma purtroppo è così: nel 2017 ci sono ancora italiani che insultano i loro connazionali solo per la latitudine in cui sono nati. Sembra che a oltre 150 anni dall’unità italiana questa non sia ancora stata raggiunta del tutto. Quel che è peggio è che gli insulti arrivano da persone con un’alta istruzione, o addirittura da rappresentanti dello Stato.

I meridionali incivili

L’ultima frase shock è stata pronunciata n un  tribunale di Trento il 19 settembre. Durante un’udienza Carlo Ancona, il Presidente del Tribunale del Riesame di Trento, si è rivolto così all’avvocato Stefano Giordano: “Avvocato, lei taccia, perché qua siamo in un posto civile, non siamo a Palermo“. Come se Palermo fosse una sorta di giungla. Ancona si è poi giustificato precisando: “Non volevo offendere la città di Palermo, solamente zittire quell’avvocato scorretto“. Al quotidiano Dolomiti ha dichiarato: “Il comportamento scorretto dell’avvocato mi ha fatto uscire questa frase. Toni fuori dal contesto e una sobrietà non proprio asburgica, al quale noi siamo sicuramente più abituati, mi ha portato a zittire l’avvocato in questo modo“. Una frase uscita di getto quindi, e che proprio per questo evidenzia ancora di più la radicalità del razzismo contro i meridionali. Lo stesso si nota nella giustificazione adottata dall’avvocato: l’uso del noi implica l’esistenza di un loro, ovvero i meridionali.

Il senatore D’Anna

Lo stesso 19 settembre il senatore D’Anna ha cercato di migliorare le sue affermazioni riguardanti il corpo “provocatorio” della donna. E lo ha fatto nel peggiore dei modi: “Non viviamo in un mondo astratto in cui la libertà può essere coniugata senza la responsabilità: se io vado con un Rolex d’oro nei vicoli di Napoli a mezzanotte, all’una di notte, da solo, avrò un’alta probabilità di essere rapinato“. Essendo campano, il senatore conosce sicuramente molto bene Napoli. Ma i ladri non esistono solo lì e un rappresentante dello Stato non dovrebbe rafforzare certi luoghi comuni. Probabilmente il rolex farebbe la stessa fine anche nei vicoli di Genova all’una di notte (ma anche in pieno giorno).

Anche le tragedie sono occasioni per inveire contro i meridionali

meridionali

Il terremoto di Ischia del 21 agosto ha provocato due morti e ter bambini sono rimasti sepolti sotto le macerie. Una vera tragedia, ma questo non è bastato per unire tutto il popolo italiano. Su Facebook si sono susseguiti commenti oltraggiosi come: “Speriamo nel risveglio del Vesuvio, ma il terremoto va bene lo stesso“. Anche alla notizia del salvataggio dei bambini, non è mancata la stessa cattiveria, perché “Non è che può sempre andare bene“.

A luglio del 2016 due treni si sono scontrati in Puglia provocando 23 morti e 35 feriti gravi. Un’altra tragedia. E altri post vergognosi su Facebook: “20 terroni deceduti e circa 35 i feriti gravi. Questa è la grande notizia che ho appena sentito. 20 non sono tanti, ma è pur sempre meglio di niente. Che dio benedica i malfunzionamenti e i disagi che affliggono sempre la terronia“.

 

I meridionali non sanno l’italiano

Ad agosto 2016 gli insegnanti napoletani sono scesi in piazza contro i trasferimenti improvvisi al Nord. L’editorialista de L’Unità Rondolino ha commentato su twitter in questo modo: “Se gli insegnanti del Sud che urlano in tv conoscessero l’italiano, almeno capiremmo che vogliono“.

Il partito politico contro i meridionali


Dulcis in fundo: per finire, non si può non menzionare la Lega Nord. Sebbene adesso Salvini abbia dato al partito una svolta nazionale, è impossibile dimenticarne gli inizi. Lo stesso Salvini si è esibito più volte con striscioni e felpe con la scritta “Prima il Nord” e nel 2009 alla festa di Pontida ha intonato questo indecente coro: “Senti che puzza scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani”. All’epoca il leghista affermava: “Sono troppo distanti dalla nostra impostazione culturale, dallo stile di vita e dalla mentalità del Nord. Non abbiamo nessuna cosa in comune. Siamo lontani anni luce”. Addirittura a dicembre 2014 in un post su Facebook definiva i meridionali “gente senza cultura del lavoro“.

Camilla Gaggero