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Tweet d’odio: la Mappa dell’Intolleranza, dai migranti ai disabili

Quanti tweet d’odio vengono scritti ogni giorno? E contro chi?

Vox – Osservatorio Italiano sui diritti, in collaborazione con l’università Statale di Milano, l’università di Bari, La Sapienza di Roma e il dipartimento di sociologia dell’università Cattolica di Milano ha ideato una Mappa dell’Intolleranza Il progetto è giunto al terzo anno di rilevazione e permette di conoscere i messaggi d’odio tweettati tra maggio e novembre 2017 e tra marzo e maggio 2018. I gruppi interessati sono sei: donne, omosessuali, immigrati, diversamente abili, ebrei e musulmani. Gli insulti sui social network sono sempre più comuni. L’anonimato fa sentire protetti e la mancanza di interazioni dirette elimina qualsiasi forma di autocensura.

In tutto sono stati analizzati  6.544.637 tweet, considerando 76 termini sensibili. I tweet negativi sono stati 547.151. La mappa geografica mostra delle zone rosse dove più alto è il livello di intolleranza. Nelle altre zone non sono assenti tweet di odio, ma la loro percentuale è inferiore alla media nazionale. Nel 2017 questi sono stati il 32,45% del totale, ma in pochi mesi nel 2018 si è saliti di 4 punti, raggiungendo il 36,93%.


Tweet d’odio contro i diversi

Nel periodo analizzato Vox ne ha registrati 73.390 contro i migranti. Si sono concentrati non durante gli sbarchi, ma quando i migranti venivano smistati sul territorio e accolti in strutture. Dall’ultima rilevazione sono aumentati anche i tweet contro i musulmani, arrivando a 64.934. In aumento anche quelli contro gli ebrei (15.400), che si collegano a fenomeni di antisemitismo presenti in Europa.

Come spiega Silvia Brena, giornalista e co-fondatrice di Vox, “Più di un italiano su 3 twitta il suo odio contro migranti, ebrei e musulmani […] Oggi l’odio si concentra contro le persone considerate diverse, per appartenenza a culture differenti dalla nostra”. Dai dati raccolti appare però un dato particolarmente interessante:

I tweet intolleranti diminuiscono, dove è più alta la concentrazione di migranti, dimostrando quindi una correlazione inversa tra presenza sul territorio e insorgere di fenomeni di odio: come a dire, conoscersi promuove l’integrazione.

A riprova di questo Vox sottolinea come le regioni del Sud con più presenza di tweet intolleranti, come la Campania e la Puglia, risultino in realtà essere le regioni con una minore presenza di islamici.

Nel 2017 si registra l’aumento dei tweet contro le persone con disabilità. Ma nel 2018 la tendenza si inverte.
Cresce anche l’odio via Twitter contro le donne: 326.040 tweet. Un aumento limitato se considerato rispetto alle altre categorie, anche se per Vox “resta il dato inquietante che assegna alle donne il podio di categoria più colpita dagli haters via twitter”.

Diminuisce l’intolleranza verso gli omosessuali

Solo un dato è positivo, ossia la diminuzione dell’intolleranza verso gli omosessuali, molto probabilmente collegato all’approvazione della legge  sulle unioni civili. La politica può quindi fare qualcosa per migliorare la situazione sui social e il dibattito politico, unito ai mass media, condiziona non poco l’odio collettivo.

Non solo parole. L’analisi emersa dalla Mappa dell’Intolleranza deve farci preoccupare. L’odio online si può infatti trasformare in violenze reali: ecco perché i tweet d’odio non devono essere sottovalutati.

Camilla Gaggero