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Immigrata albanese: “L’Albania è solidale con l’Italia non con Salvini”

L’Albania ha annunciato di essere disposta ad accogliere 20 migranti della Diciotti

Salvini ha commentato la notizia parlando di vittoria, essendo una novità assoluta. Di vittorioso probabilmente ci sarà poco: innanzitutto perché l’Albania, dopo il crollo del comunismo e decenni di emigrazione, deve ancora risolvere molti problemi, per cui potrà offrire poco agli eritrei. Ma sicuramente questo non interessa a Salvini, che desidera solo liberarsi di loro. Ma c’è un aspetto che riguarda direttamente il Ministro degli Interni: l’Albania non fa parte dell’Unione Europea. Come spiegato da Davide Lessi su La stampa

Mandare un migrante in un Paese terzo senza procedere con la richiesta d’asilo costituisce un respingimento e non è permesso dall’Unione europea né dal diritto internazionale.

Lettera al Ministro da un’immigrata albanese

E un Ministro già indagato per il caso della Diciotti dovrebbe imparare a muoversi con cautela. La proposta albanese rimane comunque un unicum e un importante segnale.  La solidarietà del paese delle due aquile è però verso l’Italia e non verso Matteo Salvini, ha tenuto a precisare Sonila Alushi. Immigrata in Italia dopo il colpo di stato del 1997, ha indirizzato una lettera al ministro:

L’Albania si è mostrata solidale a questo Paese non a lei Signor Ministro. L’Albania è un popolo di migranti, è un popolo generoso e ospitale nonostante ancora povero. E sopratutto l’Albania non dimentica di essere stata aiutata dai suoi vicini italiani, ma non dimentica anche le sue dichiarazioni disprezzanti come questa nella foto. O le becere frasi dei suoi seguaci scritte nei muri della Lombardia come ad esempio: “Albanesi tutti appesi!

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Fonte: Albania News; lo sbarco della nave Vlora l’8 agosto 1991

Oh no, noi non dimentichiamo la dichiarazione della vostra deputata (ai tempi Lega Nord) e allora Presidente della Camera, Irene Pivetti, che senza il minimo pudore e sensibilità, disse che gli albanesi ANDAVANO BUTTATI A MARE! E a mare ci finimmo davvero pochi giorni dopo: si chiamava Katër i Radës quella piccola nave affondata a Otranto. Ci morirono 81 di noi tra bambini, donne, uomini giovani e vecchi. Chiamarono quel naufragio “La Tragedia del Venerdì Santo” (28 Marzo 1997).

Piangemmo quei morti da nord a sud e un intero Paese si vestì di nero. Ma poi i barconi ripartirono, era questione di sopravvivenza e lei lo sa bene anche se fa finta di non sapere. Lei fa finta di non capire perché la gente lascia casa e rischia la vita in mare. Lei fa finta Ministro, fa finta su molte cose, anche sul fatto che il più grande problema di questo Paese, a sentir lei, sembra siano gli immigrati.

Non abbiamo avuto il tempo di asciugarci le lacrime per i morti di Genova e Civita, che ecco che arriva lei con le sue crudeli decisioni per farci piangere e vergognare di altre vittime! Non siamo riusciti a consumare qualche giorno di lutto per quelle perdite e capirci qualcosa sulle responsabilità di quel crollo, che ecco che rispuntano le sue lagne puntando il dito solo verso gli immigrati! Per non parlare della fuga dei capitali, della disoccupazione, della Mafia, del degrado sociale, della povertà in crescita, ecc. Tutto in ombra!

Oggi dice nei suoi comizi, quelli dove i suoi fan si divertono con il suo triste sarcasmo, che l’Albania si è comportata meglio della Francia!! Suvvia Ministro, sappiamo bene che la Francia non si farà il minimo problema per questo suo ridicolo paragone. E sappiamo bene anche come la pensa su di noi: fosse stato per lei e i suoi, noi albanesi non saremmo stati accolti allora e non saremmo ben accettati nemmeno oggi.
L’Albania, posizionandosi al fianco dell’Italia, si è dimostrata riconoscente e generosa perché questo Paese se lo merita e questo Paese non è rappresentato solo da lei.

Non usi questo bel gesto a suo favore personale, non ci tratti da stupidi. Grazie!

Salvini è convinto che si possa insabbiare facilmente l’odio sparso per anni, semplicemente indirizzandolo altrove: come successo per i meridionali. Ma c’è chi non dimentica.

Camilla Gaggero