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Politica

Crisi di governo, Conte e Salvini a confronto

Il discorso di Conte

Conte in aula per la crisi di governo ha accusato senza mezzi termini Salvini di “seguire interessi personali e di partito. Se infatti è legittimo voler aumentare il proprio consenso elettorale, ogni partito è chiamato a operare una mediazione filtrando interessi di parte a favore di quelli comuni”.

Conte si è dovuto fermare all’affermazione “Far votare il popolo è più che legittimo” per gli applausi sarcastici del centrodestra, terminando la frase “spingerlo a votare ogni anno è irresponsabile”, suscitando invece gli applausi del Movimento.
Tra applausi e fischi, Salvini, che richiama i suoi con gesti e pollice alzato, viene incolpato di “scarsa sensibilità istituzionale e carenza di cultura istituzionale”. Il premier ricorda l‘incoerenza dell’azione del ministro dell’interno, che mentre apre la crisi di governo, invocando la sfiducia, dimentica di ritirare i propri ministri.

Le varie critiche a Salvini

La sua azione viene ritenuta molto grave in quanto provocherebbe “incertezza politica e instabilità finanziaria per una decisione presa da tempo, ma detta solo in seguito”, per altro dopo aver incassato il successo del decreto sicurezza bis. Il premier smaschera il gioco del ministro leghista, che ha iniziato “dopo le elezioni europee una preventiva azione di distacco dal governo, alla ricerca di un pretesto per innescare la crisi e il ritorno alle urne”.

Rifiutando l’etichetta di governo del no “che offende 14 mesi di lavoro e il lavoro degli stessi ministri e viceministri leghisti”, Conte ha ricordato i vari decreti e provvedimenti elaborati dal governo, tra i quali nuove risorse per rilanciare il sud. A queste parole Conte si è fermato per il vociare dei leghisti, sentenziando lapidario “Anche questo è il vostro lavoro” [e visti i tanti voti presi al sud dovrebbero ricordarselo].

All’accusa per la decisione di aprire la crisi di governo, se ne aggiungono altre, con la menzione del caso Savoini, delle sovrapposizioni e interferenze del ministro Salvini con gli altri ministeri, delle critiche agli altri ministri. Aspetti su cui Conte si era già espresso, a cui ha aggiunto l’accusa dell’uso inappropriato di simboli religiosi come accompagnamento di slogan politici.

Il discorso di Salvini per la crisi di governo

Perché la Lega ha deciso di aprire la crisi di governo? Perché ha deciso di aprirla l’8 agosto, dopo che era passato il decreto sicurezza bis? Sicuramente non lo sapremo dal discorso tenuto oggi da Salvini al Senato. Un discorso senza capo né coda, che sembra uno dei tanti comizi del capitano, o una delle conferenze tenute in spiaggia.

Dopo aver paragonato Conte a Saviano (anche in aula bisogna a tutti i costi trovare un radical chic di sinistra come nemico), ha iniziato a pronunciare una serie infinita di frasi fatte, luoghi comuni e citazioni. Da Cicerone “L’uomo non è libero se ha un bravo padrone, è libero se non ha padrone”, dalla saggezza popolare “Chi fa sbaglia, chi non fa non sbaglia e pontifica”, da Manzoni “Uno il coraggio non se lo può dare” fino a Giovanni Paolo II. Il tutto ripetendo ossessivamente “donne e uomini, donne e uomini liberi”. Non sono mancati neppure i riferimenti ironici a chi lo definisce fascista.

Salvini ribadisce quanto affermato più volte nei vari interventi televisivi: grazie a lui la sicurezza è aumentata, le pene per i clandestini sono diventate più severe. Gli Italiani emigrano e non fanno figli.

L’Europa madre di tutti i mali

Le maggiori critiche sono nei confronti dell’Unione Europea, accusata di schiavizzare l’Italia e di qualsiasi nefandezza possibile. Fortunatamente il capitano è pronto “a sacrificarmi, non ho paura di perdere la poltrona”. In un lungo periodo ipotetico immagina un patto nascosto tra M5S e Pd (sebbene non ci sia alcun indizio di intesa tra i due), dimenticando forse la sua effettiva richiesta di alleanza con Berlusconi e Meloni. Partiti che non hanno proprio riscosso grande successo alle ultime elezioni (e lui stesso ha ribadito più volte che deve essere il popolo a decidere).

Se questo patto preconfezionato tra Pd (definito vergognosamente il partito di Bibbiano) e M5S non esiste, allora Salvini si dichiara pronto a continuare a lavorare. Pronto a continuare con le riforme e con una manovra economica. Lanciato il sasso, nasconde la mano.

Finale in linea con tutto il discorso: viva la libertà e viva la democrazia.

Camilla Gaggero