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Investito da un treno, il suo corpo giace in obitorio da tre mesi

Dare un degno luogo di riposo ai morti caratterizza l’uomo dalle epoche più antiche

In alcuni casi può capitare che venga dimenticato. A Vercelli il corpo di un nigeriano di 33 anni giace da tre mesi in obitorio.  Si era gettato lo scorso ottobre dal treno Chivasso-Novara nel territorio di San Germano Vercellese, forse perché senza biglietto. L’impresa funebre che si è occupata del recupero della salma ha presentato il conto al Comune di San Germano che però non vuole pagare perché, spiega la sindaca della Lega Michela Rosetta, nessuno aveva assegnato un mandato a quell’agenzia. La fattura di 540 è stata  rigettata e così anche la richiesta da parte dell’Asl di Vercelli di sostenere il funerale di povertà.

Nessuna delle spese sarebbe di competenza del comune di San Gemano, che “non può farsi carico di spese che non le competono.  “Mi dispiace per il dramma umano di questo ragazzo che da tre mesi attende il funerale, ma la legge dice che il funerale di povertà spetta al comune di residenza e risulta che il giovane fosse residente a Bergamo, non a San Germano” ha precisato la sindaca. L’uomo la cui sepoltura è bloccata da beghe burocratiche era sbarcato a Lampedusa nel 2011; aveva ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari e aspettava il rinnovo. Nel Vercellese lavorava come imbianchino.

A sollevare il caso il consigliere regionale Gabriele Molinari

Con un post su Facebook Gabriele Molinari ha denunciato questa situazione: “Non posso accettare di vivere in una comunità che trascura o rifiuta le più elementari forme di solidarietà, specialmente in casi come questo. Soprattutto non voglio”. Precisando che “parliamo di somme non esorbitanti, ma parliamo soprattutto di un uomo da tre mesi in una cella frigorifera, in attesa di un atto di pietà”, il consigliere regionale ha deciso di occuparsi direttamente della vicenda, “per quel che sarà possibile anche economicamente”. Perché quest’uomo come “ogni altra persona ha diritto a un funerale, a un saluto, a non rimanere dimenticato in un obitorio per mesi”. La richiesta di Gabriele Molinari ha subito riscontrato decine di consensi.