Stupro: basta con le strumentalizzazioni

È stata stuprata una donna?

Prima di esprimere qualsiasi giudizio, bisogna guardare la nazionalità degli stupratori. Sembra che non importi altro: il dolore della donna, il cui corpo è stato violato, passa subito in secondo piano. Se si tratta di uno straniero, c’è subito il leghista di turno che grida all’invasione e spera che tutti gli stranieri siano immediatamente rimpatriati. Nel caso più moderato, in genere invece viene invocato il ritorno alla legge del taglione oppure il ricorso alla legge della galera. Come per lo stupro e omicidio di Pamela Matropietro, particolarmente efferato, l’attenzione mediatica è sempre alta quando a commettere il reato è uno straniero. Quel che importa è utilizzare quel reato particolare per attaccare tutti gli immigrati. La vittima non esiste più, ormai si tratta soltanto di una questione politica.

La colpa è sempre delle vittime

Ma la situazione non migliora di molto se lo stupratore è italiano. Se si tratta di un uomo affermato, con un ruolo sociale significativo, sembra strano che abbia commesso un reato del genere. Adesso sì che si ricorda la vittima: ma solo per scavare nella sua vita e trovare delle macchie. “Se l’è cercata“, insomma. Come le due ragazze americane stuprate a Firenze da due carabinieri, che hanno poi confessato e sono stati condannati. Ma alcune delle domande dell’avvocato che difendeva uno dei carabinieri sono state: “Ha precedenti penali? Ha un fidanzato? “Lei trova affascinanti, sexy gli uomini che indossano una divisa?” L’avvocato ha anche affermato “Il mio assistito è un bellissimo ragazzo e non ha bisogno di stuprare nessuno”. La colpa è sicuramente delle vittime.

È la donna che deve stare attenta a come si comporta o si veste. Deve evitare di provocare gli uomini, soprattutto se violenti. Pertanto Umberto De Gregorio, presidente di Eav, ha così commetato lo stupro della 24nne nella stazione circumvesiana: “Dico alla ragazza  di guardarsi dalle amicizie perché questi che l’hanno violentata pare che fossero amici”. La vittima si ricorda solo se può essere colpevolizzata.

Infine, la peggiore strumentalizzazione. Da parte di chi è convinto di difendere i diritti delle donne, ma di fatto strumentalizza lo stupro per attaccare un avversario politico.

stupro

Il protagonista è di nuovo lo stupratore. Solo per poter dire con fierezza che non si tratta di uno straniero, ma di un italiano. L’occasione perfetta per attaccare Matteo Salvini e la sua politica anti-immigrazionista. Il fatto che Salvini, o meglio il suo staff social, abbia scritto un post sulla notizia è totalmente irrilevante, proprio come la vittima.

Camilla Gaggero