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Senza social 5 giorni: “mi sembrava di essere così sola”

Quanto sono importanti i social per gli adolescenti?

Lo psichiatra Maurizio Fea e la professoressa Lucia Dorigo hanno chiesto ai 503 alunni del liceo Cairoli di Pavia di rinunciare ai social per 5 giorni. In 43 hanno accettato, solo in 8 sono riusciti nell’impresa. Tra di loro la sedicenne Carola, che ha raccontato la sua esperienza al Corriere della Sera: “È stato come premere un bottone e ritrovarsi indietro nel tempo”. Per iniziare l’esperimento ha cancellato dal cellulare le app di Facebook, Instagram e Whatsapp.

Resistere il primo giorno è stato abbastanza semplice, le difficoltà sono arrivate dal secondo: “dal non poter inviare i soliti messaggi ai miei compagni, per chiedere: “Raga, ma qualcuno di voi ha capito gli esercizi di matematica?” a quella tentazione di controllare i “mi piace” su Instagram”. La tentazione maggiore è arrivata dai suoi amici, meravigliati dalla sua scelta, quando a cena “a un certo punto tutti hanno tirato fuori il cellulare per controllare i social, io sono rimasta a guardarli”, ha spiegato. Si è così resa conto che quella per i suoi genitori era la normalità.

Essere sempre connessi significa essere sempre in contatto con qualcuno, perciò si evita di disconnettersi per non provare la solitudine: “È stata dura prima di andare a letto. Niente foto da commentare, fissavo il soffitto e mi sembrava di essere così sola… “ Carola ha anche tratto un importante insegnamento dall’esperimento: “Ho scoperto quanto tempo i social rubano allo studio, o anche solo alle nostre passioni. Senza il cellulare, a studiare, ho impiegato la metà. Ho aiutato i miei genitori e visto persone con cui prima chattavo.”

Le conseguenze della dipendenza da Internet

Come tutte le tecnologie, Internet ha risvolti sia positivi sia negativi, a seconda del suo utilizzo. Perciò è sempre più importante conoscerne i potenziali pericoli, studiati anche dalle neuroscienze. Mentre negli ultimi anni si sta assistendo a un uso maggiore della tecnologia nell’ambito della didattica, bisogna ricordarsi che lo sviluppo educativo richiede tempi più lenti rispetto a quelli tipici della modernità.  Il cervello di bambini e ragazzi è ancora in fase di sviluppo e non conosciamo quali conseguenze può avere su di loro l’iperconnettività.

Gli ultimi dati ISTAT segnalano che quasi il 95% dei ragazzi tra i 14 e 19 anni utilizza internet. In Italia sono stimati in 300 mila tra i 12 e i 25 anni quelli con dipendenza da internet. Tale dipendenza ha ripercussioni anche sul cervello: mentre si naviga si usano le aree del cervello deputate ai veloci spostamenti della nostra attenzione da uno stimolo all’altro. Si sviluppano queste aree, mentre si rimpiccioliscono le zone deputate alle attività approfondite e prolungate. Danneggiando così la memoria: delle tante informazioni ricevute non ne tratteniamo nessuna perché la nostra “memoria di lavoro” (quella che consente alle informazioni di essere immagazzinate nella memoria a lungo termine) è sovraccarica.

Anche l’ADHD è stato correlato alla dipendenza da internet e, in modo ancora più chiaro, da gaming. La dipendenza da Internet ha inoltre conseguenze emotive: i social possono diventare un non-luogo in cui rifugiarsi dal mondo.

Camilla Gaggero