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Eutanasia: una questione di soldi e di religione

E’ stata rinviata, dopo la sentenza pubblica di oggi, la sentenza sul caso di dj Fabo, morto in Svizzera con il suicidio assistito grazie a Marco Cappato, dell’Associazone Coscioni, che lo ha portato oltre confine e che per questo rischia 12 anni di carcere


La morte di dj Fabo nel 2017 ha permesso la nascita di un dibattito in Italia sul fine vita. Si può decidere come morire, nel caso di gravi condizioni di salute? Si può decidere di porre fine al proprio dolore? La risposta è stata solo parziale. Il Senato, il 14 dicembre 2017, ha approvato la legge sul cosiddetto “testamento biologico”, che consente la possibilità di decidere sulle proprie cure e il diritto di “rifiutare, in tutto o in parte, qualsiasi trattamento sanitario”, compresi la nutrizione e l’idratazione artificiale. L’Eutanasia continua invece a essere vietata.

Ha senso vietare l’eutanasia in Italia?

Vietando l’eutanasia si impedisce che le persone decidano di porre fine alla propria vita? Ovviamente no.  Secondo quanto ha riferito dall’Associazione Coscioni, dal 2015 a oggi sono 728 gli italiani che si sono rivolti a loro in forma non anonima per informarsi ed essere aiutati a compiere questa procedura, ma, aggiungono: “Il numero quadruplicherebbe se calcolassimo anche tutti gli altri”. In pratica basta varcare la frontiera per vedersi riconosciuta una libertà che in Italia viene negata. Così anche la morte diventa questione di soldi, che soltanto i ricchi possono permettersi. I costi, che pesano interamente sul malato e sulla famiglia, possono variare dai 10mila ai 13mila euro. Solo i poveri non possono decidere.

Oltre le difficoltà economiche esistono quelle logistiche: per molti affrontare il viaggio fino in Svizzera diventa impossibile a causa delle proprie condizioni salute. Cappato al riguardo ha affermato:

Lo stesso Dj Fabo se avesse abitato a Bari e non a Milano, non sarebbe mai potuto andare oltre confine e sobbarcarsi un viaggio di tre ore e mezza. Anzi, noi ne abbiamo impiegate 5 o 6, per le continue soste in autostrada per pulirlo o aspirargli la saliva. Si tratta anche di una serie di operazioni delicate e molto stancanti per una persona in quelle condizioni, che non può certo salire su un aereo.

La vergognosa campagna Pro vita

Eutanasia
Fonte: Il Fatto Quotidiano

“Maria 70 anni, ha un tumore. Potrà farsi uccidere. E se fosse tua madre?” L’associazione Pro vita nei giorni scorsi si è pubblicamente espressa contro l’Eutanasia. I metodi utilizzati, come nella campagna per vietare l‘aborto, sono alquanto discutibili. Innanzitutto per un’informazione volutamente distorta. “Alessandro 18 anni, bullizzato. Potrà farsi uccidere”. Una scritta del genere banalizza l’eutanasia: non basta svegliarsi una mattina di cattivo umore per avere il consenso dei medici al fine vita. Ancora più deprecabile è la scelta di porre quelle domande che dovrebbero fare leva sui sentimenti:

E se fosse tua madre? E se fosse tuo fratello? E se fosse tua figlia?

Come se fosse impossibile scegliere in maniera razionale, come se soltanto la vita di un proprio parente avesse valore. Se fosse un mio parente vorrei però che potesse decidere, nel pieno delle sue capacità mentali. Nel caso di una malattia incurabile, che conduce alla morte con dolore, perché non decidere? Avrei voluto che mio cugino, affetto da un tumore da anni, avesse avuto questa opportunità, invece di suicidarsi con un colpo di fucile alla gola: gli rimanevano ormai pochi mesi di vita.

La posizione della Chiesa

Ovviamente la Chiesa è contraria all’eutanasia. Ed è giusto che sia così, perché la Bibbia spiega chiaramente che la vita è un dono di Dio. Meno giusto è l’appello dei vescovi, che ieri hanno definito l’eutanasia “solo un atto di egoismo”. Totalmente ingiusto è che uno stato laico si faccia influenzare dalle posizioni della Chiesa.

Camilla Gaggero

One thought on “Eutanasia: una questione di soldi e di religione

  • Alessandra Serra

    La chiesa deve tacere e non permettersi di intralciare le discussioni di una legge giusta anche se difficile.
    L’egoismo non ha nulla a che fare con l’eutanasia ma solo con l’ignoranza del clero e della loro supponenza. Qualcuno ha chiesto alla chiesa un parere? Non mi sembra quindi che taccia per sempre se possibile. Alessandra Serra

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